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Energy Engineering - Impianti Industriali e Organizzazione D'impresa
Organizzazione d’impresa
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Organizzazione d’impresa Organizzazione d’impresa1 CONTABILITA’ INTERNA CONTABILITA’ INTERNA=tener conto dei costi che si manifestano nell’attività La contabilità interna ha l’obiettivo di:1.valorizzare le scorte (ovvero i prodotti, i semilavorati e le materie prime che sono a disposizione dell’impresa in un dato istante temporale)2.supportare le analisi gestionali finalizzate alla piani ficazione e al controllo delle attività: -analisi di pro fittabilità dei singoli prodotti -introduzione/eliminazione codici di prodotto-efficienza centri produttivi o di servizio; -scelte di esternalizzazione (outsourcing);-decisioni tattiche di mix, pricing, ecc. -supporto all’elaborazione del budget d’impresa3.supportare il processo di valutazione (e incentivazione) dei manager e dei responsabili operativiCOSTO= valore (monetario)/aggregato dei valori che misura il consumo delle risorse impiegate per determinate attività volte al raggiungimento di un obbiettivo pre fissato (quale la realizzazione o l’erogazione di un prodotto). f=fattore di produzione del processoc=costo elementareOrganizzazione d’impresa2IMPRESA=attività finalizzata al conseguimento di un pro fitto, che va ai soci in forma di dividendiPAY OUT= (utile)/(utile distribuito ai soci) Processo Aziendale Costi f1 f2 fi c1 c2 ci COSTO PIENO INDUSTRIALE UNITARIO= sommatoria di tutti i costi necessari alla produzione di un bene CLASSIFICAZIONE DELLE VOCI DI COSTOIl metodo più semplice per classi ficare i costi è PER NATURA , ossia in base alle caratteristiche fisico-chimiche dei fattori produttivi integrati AMMORTAMENTO (finzione contabile) -> costo annuo di un bene ad utilità pluriennaleImmobili, impianti, attrezzature e macchinari sono beni aventi utilità pluriennale. E’ necessario quindi porsi il problema di determinare un loro “costo” annuo, indipendentemente dal momento in cui ho effettuato l’acquisto. Questo “costo” tiene conto del fatto che io sto “consumando” il bene attraverso il suo utilizzo.Per determinare l’ammortamento è necessario determinare:-il costo del bene-la vita utile del beneAMMORTAMENTO = (costo del bene) / (vita utile)Ai fini decisionali è necessario suddividere ulteriormente i costi sulla base anche di altre caratteristiche:1.La loro riducibilità al prodotto (diretti vs indiretti)2.La loro variabilità ( fissi vs variabili) 3.La loro relazione con il processo produttivo (di prodotto vs di periodo)COSTI DIRETTI / INDIRETTIUn costo si dice diretto se può essere attribuito univocamente e in modo inequivocabile ad un determinato oggetto di costo (prodotto o servizio) Tutte le restanti voci di costo sono considerate costi indiretti . La presenza di costi indiretti comporta il problema della loro allocazione nel caso in cui si voglia attribuirli ai prodotti.COSTI VARIABILI / FISSIUn costo si dice variabile quando varia in modo direttamente proporzionale al variare del volume di produzione.Un costo si dice fisso quando non varia al variare del volume di produzione. L’ i d e n t i ficazione del costo fisso/variabile richiede la de finizione dei seguenti elementi: –orizzonte temporale di riferimento–volume operativoOrganizzazione d’impresa3VITA UTILE=stima del periodo in cui il bene sarà utilizzato dell’impresa COSTI DI PRODOTTO / PERIODOCosti di prodotto: valore delle risorse utilizzate per la realizzazione di un determinato prodotto/servizioI costi di prodotto sono tipicamente:•costi di materiali diretti (m.p., componenti, semilavorati associabili direttamente alla produzione di un determinato prodotto/servizio, …)•costi del lavoro diretto, relativi agli addetti alle operazioni di trasformazione fisica degli input e di assemblaggio dei componenti•costi indiretti di produzione (o overhead di produzione): costi non imputabili direttamente ai singoli prodotti, sebbene associabili all’attività produttiva nel suo complessoCosti di periodo : valore delle risorse impiegate in attività non associabili alla realizzazione di un prodotto/servizio secondo un nesso di causalità (ovvero non direttamente associabili alle operazioni di trasformazione fisica dell’input in output) I costi di periodo sono tipicamente:•costi amministrativi (personale + altri costi amministrazione)•spese generali (stipendi di dirigenti e impiegati uf fici centrali, ammortamenti di macchinari/attrezzature/fabbricati non industriali, spese generali di sede - telefono, missioni, ecc. -, assicurazioni di dipendenti uf fici e fabbricati non industriali, …) •spese di vendita (stipendi e spese di viaggio degli agenti di vendita interni, ammortamento + assicurazioni + spese operative/ di manutenzione automezzi venditori/distributori, ecc.)•spese discrezionali (pubblicità, promozione, partecipazione a fiere, corsi di formazione e aggiornamento, costi legali, attività culturali e ricreative, ecc.)Organizzazione d’impresa4Più aumenta il volume produttivo, più si schiaccia il costo variabile Costi inventariabili / non inventariabili La distinzione tra costi di prodotto e costi di periodo è fondamentale per la valorizzazione delle scorteInfatti, i costi di prodotto (anche detti costi inventariabili ) vengono “incorporati” nel valore delle scorte, e quindi vanno a costituire il “valore” del magazzino di una impresa Al contrario i costi di periodo sono anche detti non inventariabili , ovvero non contribuiscono a determinare il “valore” del magazzinoCOSTO PIENO INDUSTRIALEAl fine di stabilire quanto costa realizzare un prodotto è necessario calcolare il CPI Dif ficoltà: attribuire una quota dei costi indiretti a uno speci fico prodotto -> è necessario de finire dei criteri di allocazione dei costi METODI DI PRODUCT COSTINGL’attribuzione delle voci di costo ai prodotti può avvenire con modalità distinte, a seconda dello speci fico metodo di product costing utilizzato. Organizzazione d’impresa5 Costi di prodotto Costi di periodo Costi fissi Costi variabili Materiali diretti Lavoro diretto Energia Provvigioni venditori Spese di spedizione Materiali diretti Lavoro diretto Energia Ammortamenti macchinari Affitti capannoni produzione Lavoro indiretto Manutenzione Spese amministrative Spese di R&S Pubblicità e promozioni Costo del singolo prodotto che tiene conto di tutti i costi necessari per produrlo In particolare i metodi di product costing si distinguono sulla base della modalità di allocazione dei costi indiretti che può essere: –proporzionale : si attribuiscono al singolo prodotto delle quote di costi indiretti proporzionalmente al consumo di una determinata risorsa, detta base di allocazione, da parte di quel prodotto (es. tempo, ore macchina…)–causale : si attribuiscono al singolo prodotto i costi relativi alle risorse “indirette” speci ficamente consumate da quel prodotto In particolare, tratteremo in questo corso due metodi di product costing: a) JOB ORDER COSTING (metodo proporzionale) b) ACTIVITY BASED COSTING (metodo causale) JOB ORDER COSTING (->ese 1) Utilizzato in organizzazioni il cui output (in termini di prodotti) è chiaramente quanti ficabile in unità/lotti.I Settori in cui si è sviluppato storicamente il job order costing: edilizia, stampa, aeronautica/aerospaziale, impiantistica.Il JOC può essere utilizzato anche in organizzazioni non manifatturiere.Schema logico JOCJob order record = documento fondamentale del JOC, ovvero la scheda in cui vengono annotate tutte le voci di costo associabili al job durante la sua lavorazione (nel momento in cui tali costi sono sostenuti) Organizzazione d’impresa6 ATTRIBUZIONE DEI COSTI AI VARI JOB (criterio proporzionale) Quando si utilizza il JOC, le voci relative ai costi diretti (M.D. e L.D.) vengono “caricate” sui job order record in tempo reale e sono quindi disponibili e direttamente (e univocamente) associate al lotto/prodotto.L’allocazione dei costi indiretti passa invece attraverso tre fasi : a) determinazione delle voci di costo indiretto (overhead) da allocareb) scelta della base di allocazione (indicatore del consumo delle risorse)d) allocazione degli overhead ai diversi prodottiSi allocano allo specifico job j-esimo (prodotto) costi indiretti pari a: K * baj dove baj rappresenta l’utilizzo della base di allocazione da parte del job j-esimoACTIVITI BASED COSTING (ABC) (->ese 2) attività = elemento di collegamento – nesso causale – tra le risorse (e i costi associati) e i prodotti:Vedo quante risorse un’attività consuma e quante attività sono necessarie per il prodotto.Passaggi logici ABC1. Identi ficare le attività che determinano il consumo delle risorse e il loro peso relativo (in termini di consumo)2. Calcolare i costi delle attività sulla base del rispettivo consumo di risorse (attribuendo/ allocando i costi delle risorse tramite opportuni resource driver) Organizzazione d’impresa7Coe "iciente di allocazione K=(oh totali) / (base di allocazione totale) 3. Identi ficare gli activity driver per ciascuna attività, ossia le grandezze che spiegano l’utilizzo di ciascuna attività da parte dei prodotti4.Allocare i costi delle attività ai prodotti tramite gli activity driver identi ficati ANALISI DEI COSTI come strumento di supporto alle decisioni IL SUPPORTO ALLE DECISIONI DI BREVE PERIODO (tutto ciò che si realizza in un periodo contabile, cioè dall’1/1 al 31/12)Si è visto che la contabilità interna ha l’obiettivo di supportare le analisi gestionali finalizzate alla piani ficazione e al controllo delle attività. In particolare ciò è vero nel caso in cui si faccia riferimento alle cosiddette decisioni di breve periodo : Processi decisionali che non mutano sostanzialmente la strategia di medio-lungo periodo, né la struttura organizzativo/produttiva dell’impresa; bensì hanno effetto sui comportamenti e sui risultati dell’impresa per un arco di tempo limitatoLe decisione a breve termine posso variarle- variazione del mix produttivo a seconda della stagionalità-Le decisioni di breve sono dette anche decisioni “tattiche” (per contrapporle alle decisioni strategiche, di livello superiore)Esse riguardano essenzialmente:–aumento/riduzione dei volumi di produzione [es. accettare o meno una commessa]–scelta del mix produttivo–scelte di make or buye sottendono le seguenti ipotesi:–si opera a risorse fissate [ottica di breve termine] –l’effetto della decisione è reversibile Organizzazione d’impresa8Tattica:breve termine (entro l’anno) Strategica: lungo termineRisorse fisse: i costi fissi in un anno restano inalterati, per modi ficarlo serve una decisione strategica EsempioSulla macchina X si producono 200 unità di A e 300 unità di B (coef ficiente di allocazione per i costi di ammortamento = 2, base di allocazione il lavoro diretto )Pv A =900Pv B =1200Ipotizzando la macchina insatura. Conviene aggiungere un’unità di A o una di B? … in realtà ….(Nel breve termine non mi interessano i costi fissi, che posso considerare costi affondati. La decisione si basa solo sui costi diretti , c h e possono variare)… infatti i costi indiretti (1.000 nel complesso, dovuti all’ammortamento della macchina X e quindi fissi) non cambiano se aumento di una unità la mia produzione …… variano soltanto i costi “variabili” ed è sulla base di questi che devo prendere la mia decisione.Nel breve termine non mi interessano i costi fissi, che posso considerare costi affondati. La decisione si basa solo sui costi diretti, che possono variare.Nelle decisioni di breve termine rilevano soltanto i costi variabili , quindi scelgo di variare il mix produttivo in base a quale mi da il margine di produzione (delta cassa) più alto.Organizzazione d’impresa9 Il criterio di valutazione Nelle decisioni di breve periodo, il criterio di valutazione si basa sull’identi ficazione del cosiddetto MARGINE DI CONTRIBUZIONE = Prezzo vendita – Costi Variabili Se ho due decisioni mutuamente esclusive (es. make or buy o accetto/ri fiuto un nuovo ordine) il mio criterio di scelta è:–scelgo l’opzione con il margine di contribuzione maggiore (se MC è comunque > 0)Se sto decidendo il mio mix produttivo (avendo a disposizione diversi prodotti ed una capacità produttiva fissata) il mio criterio di scelta è: –saturo la mia capacità produttiva a partire dal prodotto con margine di contribuzione maggiore (se MC è comunque > 0)(Ora non sto considerando la domanda di mercato, se il mercato me ne chiede 10, non ne produco 1000)Qualora la decisione implichi una scelta di mix e i prodotti utilizzino in modo diverso la capacità produttiva (richiedendo ad esempio tempi di lavorazione diversi), è necessario calcolare il margine di contribuzione su risorsa scarsa MC rs = (Pv – Cv) / Consumo risorsa scarsa Sia (Pv – Cv) di A = 8 € e di B = 5 €, e il tempo di lavorazione di A = 1h e di B = 0,5 h Per saturare la mia capacità produttiva (5h) mi conviene produrre 10 unità di B, anziché 5 unità di A MC rs = 8 €/h (A) e MC rs = 10 €/h (B) Supponendo che il mercato assorba la mia capacità produttiva, mi conviene produrre B, perché nello stesso tempo in cui produco A, produco 2B, nonostante B abbia MDC più basso. Tenendo conto della risorsa scarsa (in questo caso il tempo) è conveniente B, che ha un migliore output produttivo.(Risorsa scarsa->risorsa bloccata di cui devo tener conto)costi variabili vs. costi evitabili L’assunzione che si fa nello scrivere il margine di contribuzione (Pv – Cv) è che tutti i costi variabili siano in realtà anche evitabili, ovvero che siano correlati alla mia decisione… in realtà non è detto che tutti i costi variabili siano anche evitabiliTipologia di costoCaratteristicheMateriali direttiNormalmente evitabiliLavoro direttoEvitabile in assenza di rigidità salariale o in presenza di impieghi alternativi; non evitabile in caso contrarioOrganizzazione d’impresa10Spingo prima il prodotto col MDC più alto, quando il mercato è saturo passo a quello che ne ha man mano di meno L’evitabilità di un costo va valutata con riferimento ad una speci fica decisione (es: aumento del livello produttivo, ride finizione del mix, scelta di make or buy) e dipende dalle caratteristiche dell’impresa (struttura produttiva, rigidità del personale, ...) Spesso per semplicità, tuttavia, si assume che: COSTI VARIABILI = COSTI EVITABILIL’utilizzo dei costi di prodottoI costi variabili (=evitabili) possono riguardare sia costi di prodotto che costi di periodo (ad esempio le provvigioni di vendita che devo riconoscere ai miei venditori sul nuovo ordine acquisito)Spesso per semplicità, tuttavia, si limita l’analisi [si ricordi che parlando di decisioni “di breve” è anche necessario essere in grado di assumere rapidamente una decisione] ai soli costi di prodotto e si assume che: COSTI VARIABILI = COSTI VARIABILI DI PRODOTTOIl concetto di costo marginaleTendiamo a dare per scontata la linearità della curva dei costi, ma in realtà queste curve non possono essere disegnate come rette, perché dipendono dalla capacità di targa (più mi avvicino alla capacità di targa più la curva dei costi è lineare, più mi allontano, meno i costi si ottimizzano) Tipicamente devo tarare la mia capacità produttiva in funzione della capacità di targa, una volta che sono nell’intorno della capacità di targa ottimale posso variare il mix produttivo.Altra assunzione cui prestare particolare attenzione è quella relativa alla linearità delle curve di costo.Quando si calcola MC = Pv – Cv in realtà è necessario chiedersi quale è il reale andamento della curva dei costi. Discostarsi infatti dalla capacità “di targa” (q*) dell’impianto spesso comporta infatti :•un aumento più che proporzionale dei costi per q > q* (aumento degli “scarti” o della necessità di ricorrere a ore di straordinario)•una diminuzione meno che proporzionale per q < q* (inef ficienze produttive sotto una certa soglia)Costi indiretti variabiliAlcune voci (energia, materiali di consumo,...) sono normalmente evitabili; altre (lavoro indiretto) hanno un comportamento analogo al lavoro direttoCosti indiretti fissi Normalmente non evitabiliOrganizzazione d’impresa11 Se ai costi variabili sommiamo i costi fissi otteniamo quindi un andamento del tipo in figura.Il reale contributo in termini di costo differenziale è quindi rappresentato dalla derivata prima della curva dei costi totali, che viene anche detta costo marginale.Prima quindi di prendere una decisione sulla base del calcolo del margine di contribuzione è necessario chiedersi se si è nell’intervallo di “ragionevole” linearità della curva dei costi (ovvero a derivata prima costante).CALCOLO DEL BREAK EVEN Il margine di contribuzione (Mc = Pv – Cv) è anche utilizzato in fase “previsionale” dall’impresa per calcolare il cosiddetto punto di break even. Il punto di break even (o punto di pareggio) è il minimo volume produttivo che l’impresa deve realizzare per far sì che i ricavi eguaglino i costi di produzione. RICAVI = Pv * Q COSTI = CF (costi fissi) + Cv * Q RICAVI = COSTI come f (Q) Q BE = CF/MC Mi conviene sempre produrre quello con mdc maggiore, perché raggiungo prima il break even. La soluzione dell’equazione è immediatamente “visibile” gra ficamente, sia nell’ipotesi di linearità che nell’ipotesi “realistica” di andamento della curva dei costiIn fase “previsionale” è possibile confrontare il break even con la domanda di mercato per l’impresa (o per lo speci fico prodotto) e determinare il “segno” del risultato atteso. Caso multiprodotto Nel caso in cui l’impresa abbia un portafoglio multiprodotto (e quindi in situazioni di non univocità del margine di contribuzione) è possibile comunque calcolare il break even come: Organizzazione d’impresa12dice quando la singola unità produttiva andrà a coprire i costi fissi dove CF = Costi Fissi totali MC i = Margine di contribuzione dell’i-esimo prodotto a i = % della produzione totale relativa all’i-esimo prodotto GRAFICI DI REDDITIVITA’ break even analysis Consiste nella determinazione gra fica o matematica del quantitativo di vendita al quale i costi totali e i ricavi totali coincidono. È una tecnica basata sulla distinzione tra costi fissi e costi variabili break-even point : é il punto oltre al quale l’azienda ha risultati positivi. Vantaggi: L’impiego di questa tecnica consente di veri ficare in via preventiva o consuntiva gli e ffetti sul reddito di possibili variazioni di quantità economiche (vendite, costi fissi, costi variabili, prezzi) I gra fici rendono visivamente valutabili i rapporti esistenti tra volume di vendita , costi, ricavi, pro fitti. Limiti: -È riferita al breve periodo -È statica: si ipotizza l’invarianza di costi variabili unitari e prezzi -Non viene considerato il magazzino: si ipotizza che RI=RF o che tutta la produzione sia venduta -Il volume di produzione è considerato l’unico driver dei costi rilevante -Si basa su una distinzione non sempre attuabile dei costi in fissi e variabili -Si utilizzano semirette: relazioni lineari tra le varie quantità economiche: ciò non si veri fica nella realtà, ma per eseguire analisi in tempi brevi e in ambiti ben precisi di variabilità (area di signi ficatività) porta ad errori trascurabili. GRAFICO DI REDDITIVITA’: Evidenzia il livello di attività oltre al quale comincia a manifestarsi la convenienza economica ad operare (punto di pareggio-break even point) Fornisce indicazioni su come cresce il pro fitto man mano che dal punto di pareggio ci si sposta verso la saturazione della capacità produttiva(oltre la quale anche i coti fissi subiscono incrementi) Organizzazione d’impresa13 i i i BE MC CF Q a * å = È un utile strumento nel promuovere le azioni volte a modi ficare la struttura dei costi e dei ricavi, perché evidenzia, anche in via preventiva, i risultati di tali azioni Signi ficato del punto di equilibrio (non necessario) SOLUZIONE CONTABILE (i costi figurativi sono esclusi): il punto di equilibrio corrisponde a un reddito nullo SOLUZIONE ECONOMICA (compresi costi figurativi): il punto di equilibrio corrisponde a un reddito pari alla remunerazione dei fattori di produzione non onerosi SOLUZIONE FINANZIARIA(nei costi sono esclusi quelli che non corrispondono a uscite numerarie_es. amm.ti): il punto di equilibrio è un punto finanziario: indica il volume delle vendite necessario ad assicurare la reintegrazione finanziaria o monetaria nel breve periodo dei costi Modalità di calcolo del punto di pareggio (break even point) (chiedi lettere a Filippo) Nel punto di pareggio i ricavi totali sono uguali ai costi totali : CT = RT Scomponendo i costi in fissi e variabili: CVT=vxQ CVT+CFT=RT RT=PxQ -> V x Q + CFT = p x Q Risolvendo rispetto a Q si ottiene il volume di produzione Q* da vendere per coprire i costi totali sostenuti Q*= CFT/(p-v) La di fferenza (p – v) è il MARGINE DI CONTRIBUZIONE UNITARIO: esprime quanta parte dei ricavi di vendita rimane per la copertura dei costi fissi -e la generazione di un utile-, dopo aver recuperato i costi variabili Fatturato di equilibrio Una volta individuato Q*- volume di output di equilibrio- è possibile predeterminare quale dovrà essere il livello di vendite in termini di valore Sostituendo nell’equazione economica: β x RT + CFT = RT RT = p x Q Ponendo β = v/p (incidenza del costo variabile sul prezzo unitario) i costi variabili totali sono CVT= β x RT RT = CFT/(1- β) (1- β) è l’incidenza del margine di contribuzione sul prezzo: Organizzazione d’impresa14CVT=costi variabili tot CFT= costi fissi tot RT= ricavi tot Q=volume di prodotti necessario P=prezzo prodotto V=costo prodotto 1-(v/p) = (p-v)/p LA VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI INVESTIMENTO Che cosa è un progetto di investimento? Un progetto di investimento è caratterizzato da: –Impatto temporale di lungo periodo –Effetto economico signi ficativo –Di"icile reversibilità Considero anche i costi fissi Devo tener conto di: -tasso di interesse -rischio (>0) Una volta aver deciso dove allocare il budget per gli investimenti ( contesto di risorse scarse , ovvero budget limitato), non posso più investire in altri campi. L’investimento è una scelta relativa : confronto tra quanto mi rende un investimento e un’altro e scelgo quello con il ritorno più alto in termini finanziari, strategici e prospettici. L’impatto di un progetto di investimentoConcettualmente,l’impatto può protrarsi permolti anni … NCF (t) = flusso di cassa netto (ossia di fferenza tra i flussi di cassa in entrata e quelli in uscita) generato dal progetto di investimento nell’anno t Problema: non so quanto renderà il mio investimento in futuro, ma devo lavorare su delle aspettative per capire quanto può essere redditizio (quanto è il tasso di rendimento medio) del mio investimento. È importante sapere quale è il prezzo minimo atteso, tutto ciò che lo supera sarà un pro fitto per l’impresa. Elementi di criticità: -più vado avanti, più fatico a de finire quale sarà il mio flusso di cassa (fatico a prevedere come sarà il mercato più vado avanti nel tempo), quindi de finisco nel modello di business un prezzo atteso basso (modello prudente): prendo una media storica, la proietto nel futuro e valuto se l’investimento è conveniente. -attualizzazione-> problema dell’in flazione Organizzazione d’impresa15 An d a me n t o d e i N C F ( t ) -250000 -200000 -150000 -100000 -50000 0 50000 100000 150000 200000 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 tempo (anni) Investimenti: decisioni strategiche che l’impresa deve prendere “Valore” del progetto di investimento = Flussi di cassa che hanno luogo in istanti temporali diversi sono disomogenei Ricevere 1.000 € ha un valore di fferente per l’impresa (o per noi …) rispetto a ricevere 1.000 € tra 10 anni: –Il tempo ha un valore finanziario “intrinseco” –Il denaro ha un potere d’acquisto che varia nel tempo (tasso di in flazione) –I flussi di cassa futuri sono intrinsecamente rischiosi È necessario introdurre una funzione di equivalenza che renda indi fferenti per l’impresa flussi di cassa che si manifestano in istanti temporali di fferenti (funzione che mi riporti i flussi di cassa a ) Ricerca della funzione di equivalenza Ipotesi: –Non esiste in flazione –Non esiste rischio i = tasso di interesse risk free (basso tasso di interesse ma basso rischio: Bund tedesco) Mi aspetto un un ritorno dato dal risk free + l’in flazione ( µ) Ogni investimento è caratterizzato da 3 fattori: tasso risk free + µ + a Con a= propensione individuale al rischio Queste sono le tre variabili che determinano il rendimento atteso. Tasso risk free: Questo tasso coincide con tassi d’interesse garantiti da investimenti “certi” (a rischio nullo), quali i titoli di stato (BOT a un anno, per esempio) In realtà, questo non è propriamente vero perché: –non tutti i titoli di stato sono a rischio nullo (ad esempio: e ffetto “rischio Paese”); –il rendimento della singola emissione è in fluenzato dal bilanciamento tra domanda e offerta Sotto queste ipotesi il valore tra 1 anno di un ammontare di denaro X 0 disponibile oggi sarà pari a: i= interessetra 2 anni, il valore di X 0 sarà pari a: Tra t anni, in fine, X 0 avrà un valore pari a: to Organizzazione d’impresa16 ) 1 ( 0 0 0 1 i X i X X X + ´ = ´ + = 2 )^ 1 ( ) 1 ( ) 1 ( ) 1 ( 0 0 1 2 i X i i X i X X + ´ = + ´ + ´ = + ´ = t i X X t )^ 1 ( 0 + ´ = Attualizzazione dei flussi di cassa futuri=quanto valgono i flussi di cassa futuri oggi, per poter valutare l’investimentoForma standard della capitalizzazione semplice å ¥ = 0 ) ( t t NCF In un contesto di mercato in cui l’in flazione è molto alta le banche continuano ad intervenire sul costo del denaro (tasso di interesse sui finanziamenti) per battere l’in flazione e il risk free, così si abbassa l’in flazione (la gente non sposta denaro) e il tutto si stabilizza. Il concetto di attualizzazione Analogamente, è possibile calcolare il valore attuale di un ammontare di denaro (o di un flusso di cassa) futuro: Questa operazione è detta di attualizzazione o sconto di flussi di cassa futuri e il coe "iciente: è detto coe "iciente di attualizzazione . Il concetto di capitalizzazione L’operazione inversa, che ci permette di calcolare il valore che ha fra t anni un flusso di cassa che si manifesta all’istante t = 0, è detta operazione di capitalizzazione : Rilascio delle ipotesi Per considerare il fatto che il denaro ha un valore che varia (diminuisce) nel tempo, è necessario modi ficare il coe "iciente di attualizzazione includendo al suo interno anche il tasso di in flazione annuo µ: con k = i + µ Per considerare il fatto che flussi di cassa futuri non sono noti deterministicamente, è necessario considerare anche un coe "iciente α che tenga conto della “ rischiosità ” dei flussi di cassa e della “ propensione al rischio ” di chi valuta l’investimento: k = i + µ + α Organizzazione d’impresa17 t i X X t )^ 1 ( 0 + = t i )^ 1 ( 1 + t i X X t ^ ) 1 ( 0 + ´ = t k )^ 1 ( 1 + k=i+u+a per il singolo individuo Esempi di attualizzazione/capitalizzazione •Dato un flusso di denaro di 1.000 € nell’anno 2009, qual sarà il suo valore nell’anno 2012, sapendo che il tasso di interesse annuo cui può essere investito nel 2009 è pari al 3,5%? C= Il Net Present Value A questo punto è possibile calcolare il “ valore ” del progetto di investimento per l’impresa come: Questa grandezza prende il nome di NPV – Net Present Value (o VAN – Valore Attualizzato Netto) del progetto di investimento Il tasso di attualizzazione k viene fatto pari al rendimento minimo richiesto dall’impresa sul capitale che viene utilizzato per finanziare il progetto di investimento L’orizzonte di piani ficazione Stimare i NCF (t) generati dal progetto di investimento in anni molto distanti da quello in cui si e ffettua la valutazione (t=0) è estremamente complesso Nella pratica, si divide quindi l’orizzonte 0 – ∞ in due sotto-intervalli: –0 - T = orizzonte di piani ficazione , all’interno del quale è possibile esprimere previsioni “ragionevoli” e puntuali sui NCF(t) generati dal progetto di investimento – –T+1 - ∞= orizzonte per il quale non è possibile e ffettuare tali previsioni. La somma dei flussi di cassa generati negli anni da T+1 a ∞ è approssimata con V(T), che si chiama Valore Terminale del progetto di investimento Come si usa il criterio del NPV? •Se NPV > 0 : –all’impresa conviene intraprendere il progetto di investimento •Se NPV = 0 : –per l’impresa è indi fferente intraprendere o meno il progetto di investimento •Se NPV < 0: –all’impresa non conviene intraprendere il progetto di investimento 1000 (1+ 0,035 )3 Organizzazione d’impresa18 å ¥ = + = 0 )^ 1 ( ) ( t t k t NCF NPV T k T V t k t NCF NPV T t )^ 1 ( ) ( )^ 1 ( ) ( 0 + + + = å = Valore di cassa presente di un flusso di cassa futuro Siccome i NCF (t) sintetizzano i flussi di cassa positivi (in entrata) e negativi (in uscita) generati dal progetto di investimento, se NPV > 0 signi fica che la somma di tutti i flussi di cassa positivi attualizzati supera la somma di tutti i flussi di cassa negativi attualizzati L’NPV è un indicatore di tipo “assoluto” , che misura “in €” quanto i flussi di cassa in entrata superano i flussi di cassa in uscita. Non ci dice quanto “percentualmente” rende il capitale investito nel progetto di investimento Concettualmente, se l’NPV di un progetto di investimento è di 1.000 €, per l’impresa è indi fferente ricevere 1.000 € in contanti oggi e intraprendere il progetto di investimento Il NPV dice in termini assoluti se l’investimento è redditizio, per confrontarlo con altri investimenti avrò bisogno di indici relativi (per sapere in percentuale quanto rende) Le componenti dell’NPV FF(t) = Ricavi (t) – Costi (t) con FF(t) flussi futuri •Logica incrementale (o di fferenziale): –Si considerano solamente i ricavi e i costi di fferenziali generati dal progetto di investimento, ossia i ricavi e i costi che l’impresa avrebbe se decidesse di e ffettuare l’investimento, ma che non avrebbe se non lo e ffettuasse ( costi evitabili ). (Confronto i ricavi e i costi del caso investo con quelli de caso base)-> non devo considerare i costi a ffondati –Attenzione alla de finizione del caso base (ossia del caso di non investimento). –Attenzione a considerare adeguatamente i costi a ffondati. •Logica finanziaria (e non logica economica): –Si considerano nei Ricavi(t) solamente i ricavi cui è associata un’entrata di cassa per l’impresa ( non si considerano i crediti commerciali ) –Si considerano nei Costi(t) solamente i costi cui è associata un’uscita di cassa per l’impresa (non si considerano gli ammortamenti ) •I(t) = Esborso di cassa associato all’investimento •T = Vita utile dell’impianto o degli altri asset acquisiti per realizzare l’investimento •V(T) = Valore terminale dell’investimento: –costi necessari alla dismissione dell’impianto o degli altri asset acquisiti per realizzare l’investimento –prezzo di vendita all’anno T dell’impianto o degli altri asset acquisiti per realizzare l’investimento Il NPV è un indicatore assoluto e non relativo: non va a comparare il possibile investimento con degli altri possibili, ma mi dice solo se questo preciso investimento conviene (nvp>0) oppure no. Ma operiamo in ambito di risorse scarse, perciò una volta visto che l’NPV è > 0, devo analizzare cosa altro potrei fare con gli stessi soldi. Ho quindi bisogno di indicatori relativi . Organizzazione d’impresa19 Come viene finanziato un progetto di investimento? Capitale “proprio” dell’impresa + Capitale “preso a prestito” da banche o istituti di credito •Coloro che vantano i diritti di proprietà sul capitale dell’impresa (soci o azionisti) richiedono una remunerazione annua sul capitale “proprio” pari a k E •Le banche o istituti di credito chiedono anch’essi una remunerazione annua sul capitale che forniscono “a prestito” pari a K D WACC •E / E+D rappresenta la % dell’esborso necessario per realizzare il progetto di investimento finanziata con capitale “proprio” •D / D+E rappresenta la % dell’esborso necessario per realizzare il progetto di investimento finanziata con capitale “preso a prestito ” •L’impresa richiederà un rendimento minimo sul capitale complessivamente investito nel progetto che tiene conto sia di k E che di k D e che verrà quindi utilizzato come tasso di attualizzazione dei NCF (t): •Questo tasso è anche detto WACC – Weighted Average Cost of Capital (Costo Medio Ponderato del Capitale) dell’impresa = ritorno atteso dagli investitori = tasso di interesse del prestito Finché il tasso di interesse è più basso del ritorno atteso dagli investitori mi indebito con la banca, quando questo diventa troppo alto (l’impresa è troppo indebitata e aumenta il tasso di interesse) andrò dagli investitori, l’azienda pero sarà meno “sana” (più indebitata), e gli investitori vorranno un ritorno più alto, essendo l’azienda più rischiosa. Quindi devo gestire tutto nel miglior modo possibile. INDICI RELATIVI Pro fitability index Il PI utilizza le medesime componenti del NPV, combinate in modo di fferente: KEKD Organizzazione d’impresa20 D E k D E D k D E E k ´ + + ´ + = L’impresa utilizza il WACC anziché k I PV t k t I t k t FF PI t t = + + = å å ¥ = ¥ = 0 0 )^ 1 ( ) ( )^ 1 ( ) ( Per ogni euro che vado a investire mi dice quando guadagno Diversamente dal NPV, si tratta di un indicatore di tipo relativo , che misura il rendimento assicurato dal progetto di investimento per ogni € di capitale investito In base a questo indicatore, è conveniente per l’impresa intraprendere un progetto di investimento nel momento in cui PI > 1 (indi fferente se PI = 1 e non conveniente se PI < 1) Payback time Il PBT risponde alla domanda: “Quanto tempo è necessario all’impresa per rientrare del denaro che ha investito nel progetto?” È possibile costruire la funzione di payback : Mi darò un termine di cut o ff time, e tutti gli investimenti con payback time maggiore del mio cut o ff time li escludo. Se PBT > t cut o ff, all’impresa non conviene intraprendere l’investimento Se PBT = t cut o ff, per l’impresa è indi fferente intraprendere l’investimento Se PBT < t cut o ff, all’impresa conviene intraprendere l’investimento Internal rate of return (Migliore indice) È possibile esprimere il NPV come funzione del tasso di attualizzazione k : •Il tasso di attualizzazione che annulla il valore dell’NPV viene detto Internal Rate of Return – IRR o Tasso Interno di Rendimento – TIR del progetto •Se IRR > k (costo del capitale dell’impresa): Organizzazione d’impresa21 å = + = t j j k t FF t PB 0 )^ 1 ( ) ( ' ) ( å = + + - + = T t t x T V I t x FF x NPV 0 )^ 1 ( ) ( ) 0 ( )^ 1 ( ) 0 ( ) ( –è conveniente intraprendere il progetto di investimento •Se IRR = k : –per l’impresa è indi fferente intraprendere il progetto di investimento •Se IRR < k : –per l’impresa non è conveniente intraprendere il progetto di investimento L’IRR è quindi un indicatore relativo , che esprime il rendimento annuo intrinseco di un progetto di investimento, che è facilmente confrontabile con il rendimento di investimento alternativi (ad esempio in obbligazioni o altri titoli) Esempio •Si ipotizzi che: –I(0) = 1.000 € –FF(1) = 300 € –FF(2) = 280 € –FF(3) = 260 € –FF (4) = 440 € –K = 8% •NPV = 47,5 € •IRR = 10% Caso 1-a Costruisco dei “ pacchetti” di investimenti alternativi che esauriscano il vincolo di budget e scelgo quale “pacchetto” attuare utilizzando indi fferentemente l’NPV o il PI (in quanto avranno tutti la medesima scala. PVINPVPIProgetto 14003001001,3Progetto 2280200801,4Progetto 3210140701,5Progetto 4160100601,6Progetto 59050401,8Progetto 64010304,0Organizzazione d’impresa22 BILANCIO È uno strumento per capire l’impresa. Tiene conto di tutte le azioni del periodo di riferimento (esercizio contabile 1/1-31/12) Il bilancio è disciplinato in maniera puntuale dalla legge, per chiarezza degli obblighi formativi nei confronti delle terze parti. Il bilancio è uno strumento che permette all’impresa di comunicare alle terze parti le informazioni rilevanti di natura monetaria. Il contenuto è estremamente dettagliato. Indici di bilancio = voci speci fiche per capire se i dati indicano uno stato di salute o meno dell’impresa. La contabilità esterna (o contabilità generale) de finisce le informazioni – relative al suo andamento - che l’impresa deve rilevare, organizzare e presentare all’esterno per assolvere agli obblighi informativi previsti per legge. Costituisce una serie di libri contabili obbligatori per legge. La contabilità esterna risponde alle esigenze informative dei diversi soggetti economici “interessati” all’andamento dell’impresa: –azionisti –banche, istituti di credito e obbligazionisti –clienti e fornitori -Stato ( fisco) Le informazioni che la contabilità esterna deve rilevare, organizzare e presentare possono essere classi ficate in: –economiche , ovvero riferite alla capacità dell’impresa di generare reddito (utile) –patrimoniali , ovvero riferite alla consistenza delle risorse a disposizione dell’impresa e ai diritti vantati su di esse –finanziarie , ovvero riferite alla capacità dell’impresa di generare liquidità su "iciente ad onorare i propri impegni verso i terzi Le informazioni rilevate dalla contabilità esterna vengono organizzate e presentate in un documento: il bilancio d’esercizio dell’impresa . Il bilancio d’esercizio sintetizza tutte le operazioni di gestione condotte dall’impresa nel corso di un dato periodo temporale (esercizio contabile). Tutte le informazioni riportate nel bilancio devono essere “tradotte” in termini monetari. Organizzazione d’impresa23Ciò che non è traducibile in termini monetari non fa parte del bilancio Vengono tralasciate le informazioni “non monetizzabili”: cultura aziendale, competenze, tecnologie, strategie, … Il bilancio costituisce un “modello” selettivo della realtà d’impresa. La formazione del bilancio si fonda sui principi contabili , che costituiscono i fondamenti e le regole di carattere generale cui devono uniformarsi i principi contabili applicati alle singole poste di bilancio. I principi contabili sono: –completezza dell’informazione –neutralità (imparzialità) –prudenza –periodicità della misurazione –competenza economica –prevalenza degli aspetti sostanziali su quelli formali Competenza economica Il principio di competenza economica è il principio di base per la contabilizzazione delle operazioni di gestione. (Vedere quando avviene la vendita a prescindere da quando avviene lo spostamento monetario) L’e ffetto delle operazioni e degli altri eventi deve essere rilevato contabilmente ed attribuito all’esercizio al quale tali operazioni ed eventi si riferiscono e non a quello in cui si concretizzano i relativi movimenti di numerario (incassi e pagamenti)La determinazione del risultato d’esercizio implica un procedimento di identi ficazione, misurazione e correlazione dei ricavi e dei costi relativi. Organizzazione d’impresa24Il bilancio è disciplinato in modo da poter valutare la salute delle aziende (per investire ad esempio) Es: se la fiat vende una macchina nel 2022 e il cliente la paga nel 2023, l’azione viene registrata nel 2022.Implicazione fondamentale del postulato di competenza economica è la seguente:I Ricavi vengono rilevati come di competenza dell’esercizio contabile nel momento in cui nel periodo considerato: –si è veri ficata l’erogazione del servizio e/o è avvenuta la vendita del bene –si sono trasferiti i principali rischi e bene fici connessi al titolo di proprietà del bene ... indipendentemente dall’evento finanziario associato I Costi vengono rilevati come di competenza dell’esercizio contabile nel momento in cui nel periodo considerato: –si manifesta il ricavo del bene/servizio cui il costo è associato (ad esempio il costo delle materie prime o del lavoro per la realizzazione di un prodotto che viene venduto) –l’impresa impiega un bene/servizio di cui esaurisce l’utilità o la funzionalità (ad esempio il costo dei servizi professionali cui l’impresa accede nel corso dell’esercizio) ... l’impresa impiega una quota – determinabile su base razionale e sistematica – dell’utilità o della funzionalità di un bene avente durata pluriennale (ad esempio il costo di un impianto che viene utilizzato per piú anni per la produzione di un prodotto). La quota annuale (costo di competenza economica) del costo di un bene avente natura pluriennale viene denominata A MMORTAMENTO. Schemi di bilancio Gli schemi di bilancio obbligator i (libri contabili) previsti dagli IAS/IFRS sono 5: (Si trovano poi sul codice civile italiano art.2423 cc) –STATO PATRIMONIALE : descrive la situazione patrimoniale dell’impresa in un dato istante (normalmente, la mezzanotte del 31/12 di ogni anno) Organizzazione d’impresa25Tengono traccia di qualsiasi azione MONETARIA –CONTO ECONOMICO : riassume i flussi di natura economica (ricavi e costi) veri ficatisi nell’esercizio contabile (a prescindere che ci sia stata o meno la relativa mobilitazione monetaria) –PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DI PATRIMONIO NETTO : riassume gli e ffetti delle operazioni di gestione che hanno interessato il patrimonio di spettanza degli azionisti –RENDICONTO FINANZIARIO : riassume i flussi di natura finanziaria (entrate e uscite di cassa) veri ficatisi nell’esercizio contabile –NOTA INTEGRATIVA : riporta le regole, le ipotesi e le convenzioni usate dall’impresa nella redazione del bilancio, ovvero tutte le informazioni complementari indispensabili per una chiara lettura del bilancio stesso Per alcune società è prevista l’introduzione di ulteriori documenti: più la società è complessa, maggiori sono gli obblighi informativi che la società ha nei confronti delle terze parti. (Spa -> società quotate, più complesse) –RELAZIONE SULLA GESTIONE (spa, srl, sapa) predisposta dagli amministratori, con l’obiettivo di sintetizzare i risultati dell’impresa e fornire informazioni circa lo sviluppo atteso futuro –RELAZIONE DEI SINDACI (spa) predisposta dai sindaci della società, attesta la loro partecipazione alle sedute del consiglio di amministrazione, la correttezza – veri ficata con cadenza pre fissata - delle scritture contabili e la consistenza della cassa –RELAZIONE DI CERTIFICAZIONE (spa quotate) predisposta da una società di revisione, attesta l’oggettiva correttezza delle scritture contabili, la rispondenza ai principi contabili di riferimento e la veridicità delle informazioni contenute nel bilancio STATO PATRIMONIALE Diviso in attivo e passivo, e ciò che va da un lato o dall’altro è de finito dalla legge. Lo S tato Patrimoniale è il documento di bilancio che evidenzia la situazione patrimoniale dell’impresa – come entità giuridica a sé stante – in un dato istante temporale. •rappresenta le risorse dell’impresa (attività) a cui è possibile associare un valore monetario. (Tutte le risorse di cui l’impresa dispone per realizzare il proprio oggetto sociale) •rappresenta i diritti vantati su tali risorse (passività) dagli azionisti o da soggetti terzi (stakeholder), in qualità di “titolari” delle fonti di finanziamento che ne hanno consentito l’acquisto. (Tutti i diritti vantati da azionisti, banche… nei confronti dell’impresa) Il Framework prevede la redazione dello Stato Patrimoniale a sezioni contrapposte (o a colonne divise) Organizzazione d’impresa26 Le Passività si distinguono poi in –mezzi propri -mezzi di terzi Mezzi propri: patrimonio netto Le obbligazioni (nei confronti di soci e terze parti) sono garantite dallo stato. patrimoniale attivo. In caso fallimento e liquidazione, prima vengono liquidati i diritti di terzi ( prima TFR, poi banche, obbligazionisti), se poi avanza qualcosa viene dato ai soci. In ogni istante, il valore monetario delle attività (risorse) coincide con il valore monetario delle passività (diritti) vantati dagli azionisti e dai terzi.Organizzazione d’impresa27 Stato patrimoniale attivo L’Attivo di Stato Patrimoniale riporta il valore monetario – espresso a moneta corrente – delle risorse a disposizione dell’impresa. A moneta corrente : il bene va valutato/svalutato se necessario. Le risorse vengono distinte in base alla loro “fruibilità temporale” con riferimento al ciclo operativo dell’impresa (Il tempo intercorrente tra l’acquisizione dei beni per il processo produttivo e la loro realizzazione in disponibilità liquide o mezzi equivalenti, in assenza di indicazioni pari a 12 mesi) Schema dell’attivo di stato patrimoniale -attività non correnti: Le RISORSE che vengono utilizzate con continuità dall’impresa, in modo diretto o indiretto, per la generazione di flussi finanziari anche oltre il normale ciclo operativo dell’impresa. (Immobili, impianti, brevetti, marchi, partecipazioni in altre imprese, ... ) -attività correnti: Le RISORSE che: Organizzazione d’impresa28 • vengono realizzate, vendute o utilizzate entro il normale ciclo operativo dell’impresa (o entro 12 mesi dalla redazione del bilancio) • sono destinate prevalentemente ad attività di trading • rappresentano disponibilità liquide o mezzi equivalenti (Scorte di prodotti finiti, azioni, titoli di stato, crediti verso clienti, ... ) -attività cessate/ destinate a cessare: Le RISORSE che: • pur avendo natura non corrente, sono oggetto della volontà esplicita di cessione da parte dell’impresa • sono state cedute dall’impresa nel corso dell’esercizio contabile cui fa riferimento il bilancio (Impianti dismessi, rami d‘azienda ceduti e/o oggetto di ristrutturazione, ... ) Analisi delle voci •Le voci (o poste) di Attivo di Stato Patrimoniale possono essere analizzate con riferimento a: –contenuto , ovvero quali risorse vanno classi ficate sotto la voce in oggetto –criterio di iscrizione , ovvero il valore monetario da assegnare alla risorsa al momento in cui l’impresa ne entra in possesso –modalità di valorizzazione , ovvero il valore monetario da assegnare alla risorsa al momento della redazione del bilancio e la modalità di trattamento delle operazioni di gestione che la riguardano Modalità di valorizzazione delle risorse I criteri di valorizzazione delle risorse secondo gli IAS/IFRS possono essere ricondotti, in linea generale, ad una combinazione delle seguenti tre (due?) modalità di valorizzazione: –costo di acquisto –valore di mercato (fair value) Il costo di acquisto è: -il prezzo che l’impresa ha effettivamente pagato per entrare in possesso (o comunque godere dei bene fici della proprietà) della risorsa Es: Il prezzo pagato per l’acquisto di un macchinario produttivo –il costo che ha effettivamente sostenuto per la costituzione della risorsa Es: Il valore monetario dei fattori produttivi (materie prime, lavoro, ...) consumati per la costruzione di un macchinario produttivo. Il fair value è: –il prezzo a cui una risorsa può essere scambiata sul mercato, ovvero può essere ceduta ad un acquirente interessato all’acquisto Es: Il prezzo che un’impresa impegnata nella medesima tipologia di produzione sarebbe disposta a pagare per un macchinario produttivo Il fair value è stimato (anche tramite perizia): –sulla base di un accordo di vendita vincolante per il bene in oggetto –sulla base dei valori espressi da un mercato attivo –sulla base di transazioni recenti assimilabili per tipologia a quella oggetto di valutazione I principi IAS/IFRS non impongono una modalità univoca di valorizzazione per le varie voci; I principi IAS/IFRS distinguono fra: Organizzazione d’impresa29 –benchmark treatment , ovvero la modalità di valutazione consigliata per la voce in oggetto –allowed treatment , ovvero la(e) modalità di valutazione consentita(e) in alternativa per la voce in oggetto Immobilizzazioni materiali Contenuto: Tale voce è anche detta “immobili, impianti e macchinari”.La definizione di tale voce è oggetto dello IAS 16.I beni detenuti dall’impresa, di uso durevole e strumentali per la produzione di reddito (utilizzo diretto nella produzione di beni e servizi e/o per usi nell’amministrazione aziendale)Sono compresi in tale voce quindi gli edi fici amministrativi, i siti industriali, i macchinari produttivi ... ed i terreni pertinenziali agli edi fici/impianti di utilizzo strumentale o comunque utilizzati dall’impresa per la propria attivitàImmobili detenuti per investimento Tale voce viene anche denominata “Investimenti immobiliari”. La de finizione di tale voce è oggetto dello IAS 40. Le proprietà immobiliari (terreno o edi ficio – o parte di edi ficio – o entrambe) possedute (dal proprietario o dal locatario tramite un contratto di leasing finanziario) al fine di percepire un canone di locazione o per l’ apprezzamento del capitale investito o per entrambe le motivazioni. Sono quindi tutte le proprietà immobiliari non strumentali all’attività d’impresa Attività (immobilizzazioni) immateriali La de finizione di tale voce è oggetto dello IAS 38. Le attività prive di consistenza fisica, identi ficabili, controllate dall’impresa e in grado di produrre bene fici economici futuri, nonché l’avviamento quando acquisito a titolo oneroso Ad esempio marchi, brevetti, licenze, ... ma non le spese di formazione, le spese di pubblicità e/o promozione Le attività immateriali si distinguono in base alla loro vita utile in: –attività a vita inde finita, ovvero per le quali non vi è un limite prevedibile al periodo durante il quale ci si attende che generino flussi finanziari per l’impresa -attività a vita de finita , ovvero per le quali è ragionevolmente limitato e stimabile nel tempo l’effetto per l’impresaPartecipazioni La de finizione di tale voce è oggetto degli IAS 27,28 e 31 Gl i investimenti che l’impresa detiene nel p atrimonio di altre imprese e che le consentono di mantenere e sviluppare un rapporto operativo di lungo periodo con il soggetto nel quale l’investimento è stato effettuatoSecondo i principi contabili internazionali, considerando la natura e le finalità del rapporto partecipativo, le partecipazioni possono essere classi ficate in: –controllate in via esclusiva (subsidiaries);–controllate congiuntamente (joint ventures);–collegate (associates).Altre attività finanziarie Organizzazione d’impresa30 In tale voce sono compresi:–i crediti finanziari non correnti –i titoli (ad esempio i titoli di Stato) che si intendono mantenere fino a scadenza e che hanno natura non corrente–I crediti commerciali non correnti, ovvero esigibili oltre l’esercizio–altre voci minori (ad esempio crediti al personale)Imposte anticipate Voce di «aggiustamento» contabile che incorpora – secondo il principio di competenza – l’effetto delle differenze fra il valore di bilancio di una attività (o passività) ed il valore rilevato a fini fiscali, nel caso in cui ciò abbia dato luogo al pagamento di imposte anticipateRimanenze La de finizione di tale voce è oggetto dello IAS 2 I beni posseduti per la vendita nel normale svolgimento dell’attività, impiegati nei processi produttivi per la vendita, o sotto forma di materiali o forniture di beni nel processo di produzione e nella fornitura di servizi Tale voce comprende:–prodotti finiti –prodotti in corso di lavorazione–materie prime-materiali di consumo Crediti commerciali e crediti diversi La de finizione di tale voce è oggetto dello IAS 39 Tale voce comprende:–crediti commerciali aventi natura corrente–altre voci minori (crediti al personale, acconti per servizi, ...)I crediti commerciali sono iscritti al netto dell’accantonamento al Fondo Svalutazione Crediti CommercialiAttività finanziarie correnti La de finizione di tale voce è oggetto dello IAS 39 Tale voce comprende:– i titoli e le altre attività finanziarie (crediti finanziari), detenuti per la negoziazione o per la vendita –I derivati di copertura relativi ad attività correntiDisponibilità liquide e mezzi equivalenti La de finizione di tale voce è oggetto degli IAS 1 e 7 •Tale voce comprende: –i valori contanti in cassa –i depositi bancari e postali –i titoli liquidabili entro brevissimo o breve termine e non soggetti a signi ficative variazioni di valore Attività in dismissione Tale voce (discountinued operations) comprende le attività o aggregati di attività (ad esempio rami d’azienda): –per il quale sono già in essere accordi di cessione Organizzazione d’impresa31 –classi ficati come in via di dismissione Si indicano, quindi, in modo esplicito quelle attività che rientrano ancora (formalmente) nell’esercizio cui il bilancio si riferisce, ma sulle quali in realtà (sostanzialmente) l’impresa non fa più a "idamento per il proprio business. Stato patrimoniale passivo Diritti vantati dalle terze parti e dai soci stessi Il Passivo di Stato Patrimoniale riporta il valore monetario – espresso a moneta corrente – dei diritti vantati sulle risorse dell’impresa. Tali diritti si distinguono in: –mezzi propri (o patrimonio netto), a esprimere i diritti degli azionisti dell’impresa –mezzi di terzi , a esprimere i diritti degli stakeholder I mezzi di terzi vengono distinti poi in base alla loro “fruibilità temporale” con riferimento al ciclo operativo dell’impresa Schema del passivo di stato patrimoniale 1.Patrimonio netto : ciò che è di pertinenza dei soci 2.Passività non correnti : I DIRITTI (PASSIVITÀ’) che è previsto non? vengano (o debbano essere) estinti oltre il normale ciclo operativo dell’impresa (o oltre 12 mesi dalla redazione del bilancio) . Es:Debiti finanziari di lungo termine, TFR e altri fondi per il personale, ... Organizzazione d’impresa32 3.Passività correnti : I DIRITTI (PASSIVITÀ’) che è previsto vengano (o debbano essere) estinti entro il normale ciclo operativo dell’impresa (o entro 12 mesi dalla redazione del bilancio). Es: Debiti finanziari di breve termine, debiti tributari, debiti commerciali, ... 4.Passività cessate/destinate a cessare : I DIRITTI (PASSIVITA’) correlati alle RISORSE (ATTIVITA’) che: • pur avendo natura non corrente, sono oggetto della volontà esplicita di cessione da parte dell’impresa • sono state cedute dall’impresa durante l’esercizio contabile Es:Debiti finanziari contratti in relazione a impianti dismessi, rami d‘azienda ceduti e/o oggetto di ristrutturazione, … Patrimonio netto Ciò che pertiene alle proprietà dell’impresa. Tipicamente chi detiene la proprietà dell’impresa non lavora nell’impresa. La de finizione di tale voce è oggetto degli IAS 1, 8 e 32 e dell’IFRS 2. E’ definito in via residuale come ciò che resta delle attività dell’impresa dopo aver dedotto tutte le passività.Il Patrimonio netto si articola in:–capitale emesso (soldi che i soci han messo nell’impresa)–riserve (accantonamenti fatti nel corso degli anni dai soci)–utile (perdita) d’esercizio (ciò che viene distribuito ai soci sotto forma di dividendo) ? Evoluzione dell’impresa nella sua ita utile:-creation: l’impresa viene fondata e cresce esponenzialmente-sustaining innovation: l’impresa non cresce più esponenzialmente ma si normalizza-ef ficience: garantire lo stesso output con minore input (ef ficienza operativa) per massimizzare il ritorno all’azionistaTrattamento di fine rapporto Il Trattamento di Fine Rapporto (o TFR), rappresenta i diritti vantati dai dipendenti sulle risorse dell’impresa. Costituisce l ’ammontare che viene retrocesso – sotto forma di liquidità – al dipendente nel momento del suo abbandono dell’impresa. Si costituisce accantonando, ogni anno, una quota prede finita della remunerazione RAL= TFR+IRPEF+REDDITO NETTO con RAL costo del lavoro totale Fondo di imposte di fferite Voce di «aggiustamento» contabile che incorpora – secondo il principio di competenza – l’effetto delle di fferenze fra il valore di bilancio di una attività (o passività) ed il valore rilevato a fini fiscali, nel caso in cui ciò abbia dato luogo al pagamento di imposte di fferite Se il valore di bilancio del bene è diverso dal valore che il fisco da a quel bene, bisogna costituire un fondo. Fondi per rischi e oneri La de finizione di tale voce è oggetto dello IAS 37 Costi e oneri di natura determinata e di esistenza certa o probabile che, alla data di chiusura dell’esercizio contabile, sono indeterminati nell’ammontare o nella data di sopravvenienza. Organizzazione d’impresa33 Ad esempio, sono compresi in questa voce il fondo vertenze legali, il fondo imposte, il fondo per oneri di ripristino, … Passività finanziarie non correnti La de finizione di tale voce è oggetto dello IAS 39 Tale voce si riferisce alle passività di natura finanziaria che non esauriscono il loro impatto all’interno del normale ciclo operativo dell’impresa e comprende: 1.obbligazioni 2.debiti verso banche 3.altre passività finanziarie 1.Obbligazioni Tale voce contiene i titoli di credito (obbligazioni) emessi dall’impresa per la raccolta di capitale di debito. L’impresa garantisce ai sottoscrittori la riscossione di un interesse ed il rimborso del capitale a scadenza, o sulla base di un piano di ammortamento prede finito. L’interesse può essere fisso o variabile, pagabile con una cedola avente periodicità trimestrale, semestrale, o annuale. L’azienda ha vantaggio a emettere obbligazioni quando vuole raccogliere soldi senza chiedere agli azionisti. L’azienda cosi non utilizza il capitale proprio dell’impresa, ma prende i soldi dal mercato. (Es eni con energie rinnovabili senza utilizzare soldi suoi) 2. debiti verso le banche Tale voce contiene i debiti finanziari contratti dall’impresa con banche, istituti di credito e società finanziarie e destinati ad esaurirsi oltre il normale ciclo operativo dell’impresa